Il progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali ( MVR )

Il paesaggio é un bene comune, di tutti e per tutti

Montefeltro Vedute Rinascimentali (MVR) é un progetto che ha lo scopo di ridare luce al “Paesaggio Invisibile”. Restituire cioé al mondo ‘i paesaggi dipinti’ che i pittori del Rinascimento scelsero per gli sfondi delle loro grandi opere che purtroppo s’erano perduti, dentro cinque lunghissimi secoli, tra le insidie della natura e dell’uomo.

MVR intende far vivere i paesaggi ritrovati in ogni loro aspetto storico e culturale.

Un progetto realizzato da Rosetta Borchia, Olivia Nesci, cacciatrici di paesaggi, insieme a Silvia Storini, promoter. L’obiettivo é creare nel territorio del Montefeltro un modello museale nuovo, diverso, unico al mondo.

Il territorio italiano é considerato un grande museo, per l’enorme ricchezza dei beni culturali e ambientali. Il suo patrimonio é organizzato e fruibile attraverso percorsi all’interno di luoghi istituzionali, i musei.

Con questo progetto l’opera d’arte non si guarda dentro una cornice all’interno di una stanza, ma offre l’opportunitá di entrare direttamente nel quadro, in quella parte che rappresenta il paesaggio.

Il nostro museo sará quindi fuori dalle mura “convenzionali”, perché connaturato ai grandi spazi all’aperto, al sole, al vento, a un “passo dal cielo”. Le testimonianze da esporre saranno vive, dinamiche e compenetrabili.

Un’offerta turistico-culturale di assoluta originalitá, finora mai presentata, un tesoro di rara qualitá rappresentato dalla scoperta nel Montefeltro dei veri fondali delle opere di Piero della Francesca e non solo.

I Paesaggi d'arte ritrovati a San Leo

Ritratto di Battista Sforza

Il punto di fuga della rappresentazione, a “volo d’uccello”, si trova sulla Rupe di Pietracuta, non lontano da San Leo.
Battista era particolarmente legata a quel luogo poiché nel 1462, sorpresa da un improvviso inverno, soggiornò al castello sopra la Rupe. Piero, quindi, non avrebbe potuto scegliere luogo più idoneo per rappresentare il fondale della Duchessa.
Dalla Rupe, Piero abbraccia un territorio molto esteso che, risalendo il fiume Marecchia sfuma lentamente fino alle cime della confinante Toscana.
Dalla piana del fiume appare un paesaggio fatto di pinnacoli, creste rocciose, argille scagliose, cime appuntite, anticamente nude e guarnite di castelli o torri merlate, seppur diverso dalla terra dolce e delicata di Urbino, d’indubbia e spettacolare bellezza.

 Sebbene gli elementi del paesaggio fossero, sin dall’inizio, inconfondibili, qualche difficoltà oggettiva si è presentata per definire il punto di osservazione del pittore (da IL PAESAGGIO INVISIBILE, 2007).
In seguito, grazie alle moderne tecnologie e al contributo di esperti di modelli 3D numerici e fisici, abbiamo potuto superare la complessità della prospettiva aerea e delimitare l’area compresa tra le due linee di fuga.
Oggi, se si esamina l’immagine aerea ricavata dal nuovo studio e si sovrappone al fondale del pittore, le corrispondenze sono sorprendenti.

In realtà, il BALCONE oggi allestito sul Monte Gregorio non lontano da San Leo, non corrisponde a quello originario di Piero. Di fatto,  si è dovuto optare per un punto diverso non  troppo lontano da Pietracuta che permettesse, per la maggiore altitudine, una visione più ampia possibile.

San Gerolamo e un devoto

Alle spalle della scena con San Gerolamo e un Devoto, appare un diverso sipario della Valmarecchia.
Si tratta del settore più vallivo che da monte Ceti fino a Montebello sfuma verso il mare Adriatico

Il paesaggio è collinare con un borgo fortificato in primo piano. Si tratta di un modello di cittadella fortificata,
verosimilmente Sansepolcro, città natale di Piero che il pittore spesso introduce nei suoi fondali.

Il punto di fuga si trova, come quello di Battista, nella dorsale di Monte Gregorio e,
diversamente dai tre fondali del Dittico, in quest’opera, il pittore non adotta una prospettiva aerea ma solo
panoramica.

Curiosità
Mentre il fondale di Battista sale verso l’Altamarecchia e la Toscana, quello di San Gerolamo, scende, sfumando fino all’Adriatico. Si può ben dire che assemblando i due fondali si ottiene l’intera Valmarecchia.

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