L’occasione è il conferimento a Umberto Eco della cittadinanza onoraria di San Leo ma, Roberto Benigni, intervenuto alla celebrazione, durante la quale ha letto anche brani di tre opere dello stesso Eco, (‘Il nome della rosà, ‘Il pendolo di Foucault’ e ‘Il cimitero di Praga’) non ha perso l’occasione, per toccare il tema dei referendum in programma domani senza, comunque, mai nominarli direttamente. “Quando Eco mi ha chiesto di venire qui – ha sorriso di fronte alla platea assiepata alla Rocca di San Leo – ho risposto quattro volte sì. Quattro sì, quattro volte sì: sì, sì, sì, sì”. Ironizzando, ancora, Benigni ha poi citato il Sommo Poeta: “Come dice Dante – ha scherzato – è il paese là dove il sì suona. Speriamo – ha concluso – che almeno i padri della patria vengano ascoltati”.


“A me che parlo da 17 anni di Berlusconi perché non mi danno la cittadinanza onoraria di Arcore? La voglio chiedere ufficialmente”. Così, scherzando, Roberto Benigni ha esordito alla celebrazione per il conferimento della cittadinanza onoraria di San Leo ad Umberto Eco. Celebrazione durante la quale l’attore e regista toscano ha letto anche brani tratti da opere dello stesso Eco. “In un articolo, tempo fa, Eco ha detto di San Leo: una rocca e due chiese – ha scherzato Benigni -. Mi hanno chiesto di Arcore – ha aggiunto – dovrei rispondere un uomo e trenta escort”. Secondo il regista de ‘La vita e’ bellà, “San Leo era nelle Marche e ora in Romagna. Anche ad Arcore, per le cose che stanno accadendo là, sta cambiando provincia: sarà sotto provincia di Las Vegas. Stanno intitolando una strada a Berlusconi – ha proseguito -: gli ingegneri hanno cominciato e stanno aspettando l’autorizzazione a procedere”. Benigni, ancora, non ha mancato di scherzare, riferendosi ironicamente al presidente del Consiglio, pur senza nominarlo direttamente. “Qui a San Leo ho visto la cella di Cagliostro, un personaggio straordinario che riusciva a manipolare le teste degli altri, un sacco di donne. Si è dichiarato il più grande alchimista degli ultimi 150 anni – ha ironizzato -, ha giurato sui figli e la moglie ha detto: guardate è malato. Anche Cagliostro – ha argomentato nuovamente – ha avuto questa storia con la nipote di Luigi XVI…”. Davanti alla platea, Benigni ha poi concluso scherzando ancora sulla cella di Cagliostro dicendo che “ora la cella è vuota. Trovarne uno così. La cella è libera, Bossi ci vuol fare una centrale nucleare”.

notizia di: altarimini.it